Cremini o crema fritta alla bolognese.

Ci sono piatti che parlano più delle parole. A Bologna, i cremini bolognesi, conosciuti ovunque come crema fritta alla bolognese, sono uno di quei piccoli tesori di famiglia che raccontano la tradizione emiliana meglio di qualsiasi libro di cucina. Basta sentirne il profumo per capire che è una giornata speciale: una cena della domenica, una festa, o semplicemente un momento in cui qualcuno ha deciso che la tavola meritava un sorriso in più.

La crema fritta, qui, non è solo un piatto: è un simbolo. È quel quadratino dorato che non manca mai quando si parla di fritto misto bolognese, ed è sempre il primo a sparire dal piatto. Croccante fuori, morbido dentro, profumato di noce moscata… ogni famiglia ha la propria versione, il proprio modo di farlo, la propria storia dietro a quel gesto semplice: friggere la crema per condividerla con chi si ama.

Crescendo, ho capito che i cremini non sono solo una ricetta tramandata. Sono un momento. Ricordo le domeniche a casa, la cucina piena di voci, e quel profumo caldo che usciva dalla padella e faceva correre tutti in sala. I bambini allungavano già le mani, gli adulti ridevano perché sapevano che i cremini finiscono sempre troppo in fretta. È una regola non scritta in tutta Bologna.

E forse è proprio questo a renderli così speciali: i cremini sono un piccolo abbraccio fritto, un concentrato di convivialità. Ogni volta che arrivano in tavola, creano immediatamente un’atmosfera familiare, quella tipica delle case emiliane dove il cibo è un modo per dirsi “siamo insieme”.

Oggi, mentre tanti cercano piatti elaborati o moderni, i cremini alla bolognese continuano a essere uno di quei comfort food che non passano mai di moda. Chi li conosce li ama, chi li assaggia per la prima volta li ricorda. Perché una cosa è certa: niente profuma di casa, di Bologna e di tradizione quanto un vassoio di crema fritta appena fatta.