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Istruzioni per l’uso: siti web e social per ristoratori ed altri operatori ” del food”, seconda parte.

Qui potete leggere la prima parte del post.

Purtroppo non è raro vedere siti, magari artigianali, che però contengono decorosamente tutte le informazioni e veicolano entusiasmo corredati di foto orrende; foto buie o, al contrario, foto fatte col flash, con inquadrature inappropriate fanno perdere punti.

In particolar modo, se ad essere fotografato male è il cibo, perde di appetibilità ed è un peccato perché il frutto delle vostre fatiche, del vostro amore, della vostra passione deve essere giustamente esaltato e presentato al meglio.

Se non siete abili fotografi avete due vie: pagare una tantum un fotografo per qualche scatto ben fatto o chiedere all’amico/ parente fissato con le foto, che magari non è Helmut Newton ma che sapete farà meglio di voi.

Ricordate però che i soldi investiti in una buona comunicazione non sono mal spesi o inutili e se non avete un amico veramente dotato è meglio affidarsi a un professionista.

Passiamo alla pagina Facebook: cosa dovreste pubblicare?

Facebook è il social più frequentato e più immediato, se la gente mette like alla vostra pagina è perché si aspetta di rimanere aggiornata sugli eventi, serate particolari, promozioni, nuovi menu.

La pagina non è il vostro profilo personale e deve rispecchiare il tono della vostra attività; se avete un ristorante con cucina di pesce non ha senso postare le foto della vostra grigliata di carne fatta durante le vacanze anche se la carne era buonissima.

Se avete un locale informale un linguaggio rilassato e qualche battuta o faccina sono accettabili, se avete un locale dallo stile classico o formale i post dovranno essere scritti seguendo una forma più ricercata.

Precisazione che dovrebbe essere superflua: i social permettono di interagire direttamente col cliente, espongono quindi a complimenti ma anche a critiche; rispondete sempre ai commenti, anche a quelli meno educati.

Dentro di voi potrete maledire l’ignoranza e la supponenza di alcuni utenti ma mantenere un certo decoro e non sottrarsi al confronto pacato vi manterrà quasi sempre dalla parte della ragione.

Per quanto riguarda la frequenza con la quale postare e gli orari “giusti”: c’è chi dice che è meglio postare a una certa ora, c’è chi dice ad un’altra, la verità è che ci sono orari migliori ma variano da pagina a pagina e da pubblico a pubblico e l’unico modo per conoscere i vostri è leggere gli insight della pagina Facebook.

La frequenza dipende dalla quantità di materiale nuovo e aggiornato che avete di volta in volta a disposizione; può bastare una volta a settimana ( in realtà chi si occupa di social media a livello professionale direbbe: “una volta alla settimana è il minimo”), basta che la pagina non sembri abbandonata: desolante vedere il menu di Ferragosto come ultimo post quando qualcuno cerca dritte per la vigilia di Natale.

Potete leggere, per ampliare il discorso, un buon articolo sulla gestione della pagina Facebook scritto dalla mia amica Silvia di Bologna Food.

Passiamo a un social che amo molto e che, a mio avviso, può comunicare tanto di un’attività legata al cibo: Instagram.

Instagram basa tutto sulla prima impressione, la foto bella o che scatena l’acquolina in bocca.

Non è un social fondamentale per un’attività di dimensioni medio-piccole ma se ben curato può dare soddisfazioni; richiede però un minimo di buongusto e di manualità fotografica perché il vostro profilo abbia il giusto appeal.

Ha il vantaggio di essere frequentato da schiere di amanti del buon ( e bel) cibo e mostrare al mondo i vostri piatti forti o quelli meglio riusciti con i giusti hashtag potrebbe farvi guadagnare popolarità e clienti.

Dire giusti hashtag è facile, ogni parola con il # davanti diventa un hashtag ma per mostrare la vostra foto alle persone che volete la vedano dovete scegliere i termini più appropriati, che godano di una certa diffusione ma che non siano troppo generici.

Qui potete trovare un articolo piuttosto esaustivo su come trovare quelli di tendenza e come utilizzarli.

Un’altra importante caratteristica di Instagram è la geolocalizzazione: ogni foto geolocalizzata farà presente a chi guarda dove siete e come trovarvi.

Basta attivare il GPS del vostro telefono quando mettete la foto sul social, scegliendo poi il luogo da selezionare fra quelli proposti.

Da un po’ di tempo è possibile anche scegliere un posto distante se inserite la foto “in differita”, basta digitare il nome.

Sconsiglio di scattare le foto per Instagram direttamente usando l’applicazione: usate la fotocamera del telefono poi caricate l’immagine ed eventualmente modificatela senza esagerare con gli effetti, specialmente se il soggetto è il cibo.

In alternativa potete usare una macchina fotografica e passare poi le foto sullo smartphone per il caricamento.

Regole aureee per Instagram (e per tutti i social dove questi concetti sono applicabili):

Comprare follower non ha senso, non paga in termini di visibilità né di reputazione, sono account di persone non interessate nel vostro lavoro, non diventeranno mai vostri clienti, non interagiranno mai quanto un follower genuino.

Se è vero che per farsi conoscere bisogna interagire con altri utenti quindi mettere cuori (like), commentare, seguire, è anche vero che seguire qualcuno e poi smettere di seguirlo (defolloware come si dice) se non ricambia o, peggio, appena vi ricambia col solo scopo di avere un fan in più è di una cafoneria unica e vi renderà tremendamente sgradevoli.

Spero con questi due articoli di avervi dato qualche buono spunto per le vostre attività online.

 

 

 

 

 

 

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